Occasione persa, anzi buttata via

Superficialità, retorica, banalità, fino al grottesco finale. La trasmissione Rsi per sottolineare l’ottantesimo compleanno dell’Ambrì Piotta è stata soprattutto un’occasione persa. C’erano ottanta invitati e in studio avran parlato in una mezza dozzina al massimo. Il che dice da sé che il grosso dei presenti era pura ripiena ad effetto. In due ore di trasmissione non si è riusciti ad esempio a giustificare la presenza di Oleg Petrov, che sarà pure venuto apposta da Montreal, ma è venuto per niente. Neanche una piccola scheda sul suo passaggio in Leventina. Gli ottant’anni dell’Ambrì sono stati celebrati con frasi fatte e concetti omologati. Mai un guizzo, mai qualcosa che capace di suscitare un “bravi”. Si è voluta anche fare un po’ di televisione del dolore, tanto cara ai canali italiani, mettendo in grosse difficoltà Pauli Jaks – che sicuramente aveva in gola un groppo così – chiedendogli se il fratello manca (?), appena dopo aver trasmesso immagini della commemorazione per la morte di Peter, tenutasi alla Valascia.

Non si è mancato, ogni cinque-dieci minuti, di tirare in ballo il Lugano che, a parte il derby, c’entrava poco con il tema della serata. Ma è il classico oregiattismo trasversale che striscia spesso in tv per questione di ascolti. E magari non era neanche strettamente necessario annunciare a più riprese che fra quattro anni ci sarà una trasmissione per gli 80 dei bianconeri. Qualcuno dubitava?

Sul finale show messo in scena dal tifoso bianconero Invernizzi e dall’istrionico Baron (naturalmente con un riferimento anche al Lugano) meglio stendere un pietoso velo.

Delle due ore di trasmissione ci sono comunque alcuni punti da salvare: il competente e coinvolgente contributo di Bernard Russi, quello pacato e puntuale di Nicola Celio e lo splendido silenzio di Cipi Celio all’ennesima domanda idiota con risposta già incorporata.

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