Più che rimasti unici, valori perduti

Nella sua penitenza, in cui piange lacrime di coccodrillo dopo un’indigestione di frasi vuote e promesse vane, il presidente dell’Ambrì Piotta invita chi sta attorno alla società a unirsi per difenderla “nei suoi valori ormai rimasti quasi unici nel mondo dello sport moderno”.

Quali siano i valori rimasti unici nella storia dello sport moderno in seno all’HCAP è piuttosto difficile da stabilire. Praticamente impossibile.

In verità, l’Ambrì i suoi valori li ha persi da tempo. Gli sono stati frantumati dalla sconsiderata gestione politico-finanziaria del club. La rinuncia graduale a una formazione di qualità, per favorire operazioni di mercato scellerate, ne è l’esempio più lampante. Ad Ambrì si è pronti a calare le braghe di fronte a giocatori mediocri, scaricati altrove, offrendo contratti al di sopra delle possibilità della società e delle capacità dei giocatori stessi, per convincerli a difendere la maglia di una squadra di cui in fin dei conti a loro importa poco (a meno che non stia per scadere il contratto). Per convincerli a sposare un progetto inesistente e a sobbarcarsi un centinaio di chilometri al giorno in auto per gli allenamenti. Perché son ben pochi quelli che si adattano a vivere in Valle e chi non si cala fino a Bellinzona, abita magari anche al di là del Gottardo. Questo toglie un altro velo di valore, che era quello dell’identificazione geografica. Quella locale, che fa capire “i valori” anche a chi non parla la lingua.

Appare palese a chiunque che, in Ticino, i presidenti delle società sportive parlano troppo. Si sovraespongono, anche perché sovente sono tifosi annebbiati più che dirigenti oculati. Ci sono momenti poi nei quali sarebbe meglio tacere e cercare di salvare il salvabile cementando quel che sta all’interno dello spogliatoio e della società, senza tirare in ballo mezzo mondo, cercando di mimetizzarvici dentro.

Questo senza nulla togliere agli sforzi personali, lodevoli, ma che andrebbero indirizzati meglio.

Lascia un commento