Segnali “rossi”

Soffermandosi un momento su quello che sta succedendo ad Ambrì, si stanno profilando similitudini con la stagione 2010/11, quella che si risolse con la salvezza ottenuta nello spareggio di promozione-relegazione con il Visp. Se le similitudini portan bene, i biancoblù sono a cavallo.

Sei stagioni orsono, alla transenna dei leventinesi c’era il discusso Kevin Constantine, il rosso del Minnesota. Questi giunse in corso d’opera a rilevare Benoît Laporte, che non riusciva più a cavare un ragno dal buco. L’aspetto che, più degli altri, distinse Constantine da ognuno dei suoi predecessori fu quello di fare ricorso alle risorse di seconda scelta a disposizione del club, ossia i giocatori appartenenti ai partner-team e quelli che erano sparsi in prestito qua e là per la Svizzera. In effetti, l’allenatore americano si affidò anche a giocatori che a quel tempo giocavano anche nel Chiasso in Prima Lega (che passò poi la licenza al Biasca) e, guarda caso, a segnare il gol che determinò la salvezza dell’Ambrì – nella quinta partita della serie al meglio di 7 con i vallesani – fu proprio uno di questi, Joey Isabella.

Gordie Dwyer, giunto in Leventina a rimpiazzare Hans Kossmann, ormai abbandonato a sé stesso, ha vent’anni meno del suo citato predecessore, non è americano ma canadese. Tuttavia ha i capelli rossi come Constantine, è un vulcano borbottante come lui e fa affidamento sui rincalzi fatti in casa, o quasi. Così si affida senza timore ai Goi, ai Trisconi, agli Stucki, e ora anche ai Hrabec, prelevati dal Biasca fresco di campionato da neopromosso in Lega Nazionale B. Non è una promessa di carriera per questi giocatori (almeno stando al precedente del 2011), ma possibile fonte di un po’ di gloria sì. E se porteranno ai risultati del 2011, chissà che non vada meglio a loro, per il futuro.

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