Di Fischer e di portieri

Qualche giorno fa, il solito pungente Klaus Zaugg, affermava in un suo articolo su watson.ch, che i Mondiali di hockey a Parigi avrebbero infine dimostrato se alla transenna la Nazionale ha un generale o una cheerleader.

Dopo la prima partita, qualche dubbio è sorto, con il mezzo disastro di un vantaggio per 4-0 alla fine del primo tempo, trasformato un una vittoria sulla neopromossa Slovenia solamente ai rigori. Ma al secondo appuntamento, tutto il positivo che i rossocrociati avevano mostrato nei primi 20′ dell’esordio lo hanno spalmato sugli interi 60′, rimandando battuta una Norvegia che negli ultimi anni ha dato parecchio fastidio alla Svizzera.

In fondo sono bastate due correzioni, una direttamente proposta dall’allenatore, l’altra concretizzata dai giocatori su invito dello stesso Patrick Fischer. La prima è stata il cambiamento di portiere, la seconda un maggiore controllo della foga agonistica.

La Svizzera non aveva saputo chiudere con la Slovenia, perché Jonas Hiller è improvvisamente piombato nei momenti di amnesia tecnica che lo colpiscono ormai da parecchi anni, da quando cioè fu vittima di una forte commozione cerebrale nell’All Star Game di Nhl. A quel tempo Hiller giocava ad Anaheim ed era uno dei due o tre migliori portieri del campionato nordamericano. L’incidente occorsogli, lo ha condizionato nel resto della sua carriera, che sta concludendo a Bienne, tra prestazioni superlative e papere clamorose. Contro gli sloveni, Hiller ha parato bene nel primo tempo e malamente in seguito. La prestazione costantemente su alti toni di Leonardo Genoni ha invece contribuito non poco alla vittoria sulla Norvegia.

A difesa di Hiller bisogna tuttavia dire che i compagni non l’hanno certo aiutato con tutta quella sequela di penalità inutili accumulate soprattutto nel terzo tempo. Ma è chiaro che, ora come ora, il numero uno è diventato Genoni.

Tornando sul tema iniziale, Patrick Fischer sta forse cominciando a raccogliere qualcosa dalla sua filosofia hockeistica offensiva. Dopo i dispiaceri raccolti a Lugano e quelli della scorsa annata, i giocatori cominciano a seguirlo compatti. Sperando che duri.

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