La Wil formula che uccide

altre-foto-tel-007E così anche i turchi sono scappati. Lasciando terra bruciata, cioè una situazione insostenibile. Si parla di calcio, di Challenge League, del Wil. Il miliardario Mehmet Nazif Günal, visto che non c’è stata promozione la scorsa stagione, difficilmente sfuggirà allo Zurigo quest’anno e che la politica frena inesorabilmente il suo progetto di uno stadio in grande stile, ha deciso che ha investito abbastanza in questa avventura e ha smesso di cacciare soldi. Il risultato è che la quarta forza del campionato cadetto, la sedicesima in campo nazionale, deve ridimensionarsi immediatamente e potrebbe anche sparire dalla realtà di Lega Nazionale prima ancora che finisca la corrente stagione.

È l’ennesima sconfitta della formula di eccellenza voluta dalle alte sfere del calcio svizzero, che è già costata fallimenti e ripartenze dalle retrovie di buona parte delle società che hanno contribuito a farne la storia. Il Wil non è certo uno di questi esempi, e curiosamente è proprio una di quelle squadre che hanno approfittato del caos provocato dalla drastica riduzione delle squadre di Lega Nazionale (dieci in Super e dieci in Challenge League) voluta da un manipolo di megalomani e appoggiata da una banda di scriteriati.

Il tutto risale a riforme imposte in vista dell’Euro 2008, che ha comportato una serie di esigenze di base troppo severe per l’ottanta percento dei club svizzeri. Così, se ci si ritrova da una parte con un Basilea (sorretto dalla potentissima industria farmaceutica) che ogni tanto si illumina un po’ in campo europeo, dall’altra ci sono le altre società che vivono situazioni che vanno dalla discrezione al disastro.

La periferia è sempre più penalizzata, il reclutamento di giovani si fa difficile poiché la formazione è sempre più ridotta da una cinica e per nulla lungimirante selezione precoce dei talenti e così nascono delle realtà costose e finalmente poco produttive (e produttive per pochi) come da noi il Team Ticino.

La situazione che sta vivendo il Wil è solamente un altro esempio dello scempio che sta compiendo l’indirizzo dato al calcio professionistico in Svizzera. E il continuo sventolare i risultati della Nazionale – che peraltro non hanno ancora mai raggiunto l’eccellenza – non è altro che un voler nascondere il vero problema. Che, semplicemente, è la megalomania di pochi per la desolazione di molti. Il fatto stesso che lo Zurigo e il Servette siano in B e il Grasshoppers arranchi al piano di sopra dovrebbe essere abbastanza esplicativo di una realtà dove è necessario spendere molto più di quel che si incassa per rimanere sportivamente a galla. I tre sodalizi di cui sopra sono stati tra i più vincenti nella storia. E fino a pochi anni or sono.

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