Scelte opportune e meno

Zanatta

I cambi d’allenatore di Lugano e Ambrì Piotta sono esattamente speculari. Se l’uno era la probabile soluzione, l’altro era la probabile inutilità. A Lugano i giocatori di qualità ci sono stati fin dall’inizio della stagione (e dunque il problema poteva essere che Shedden non era più in grado di governarli al meglio); ad Ambrì la fallimentare campagna trasferimenti aveva indebolito a tal punto la squadra che il povero Kossmann è caduto in depressione anche lui.

La famosa e fumosa vittoria leventinese nel derby del 4 febbraio (4-1) aveva illuso più di uno che Dwyer, catapultato lì a far più che altro da spettatore quella sera, fosse il salvatore. Due settimane dopo il 5-0 ottenuto dal Lugano sullo stesso ghiaccio della Valascia ha diradato il fumo di cui sopra.

A distanza di oltre un mese da quel primo derby fra Ireland e Dwyer, il primo, dopo avere messo un po’ ordine, sta conducendo il Lugano in una serie di quarti di finale dei playoff contro gli Zsc Lions. Il secondo è dal canto suo piombato insieme a tutta la squadra in una situazione persino peggiore di quella che aveva trovato al suo arrivo.

È pur vero che a Lugano a far la differenza al momento è soprattutto il portiere Merzlikins, ma Ireland ha saputo valorizzare anche altre peculiarità della squadra, inducendo gli svedesi a lavorare di più ed elevando la fiducia negli svizzeri. Il che porta a valutare in ogni modo positivo il cambio di coach in casa bianconera.

Dwyer non ha per contro lasciato alcuna impronta finora. Non avrebbe potuto anche perché è in fondo un allenatore con poca esperienza e pochi risultati tangibili. La scelta in questo caso è stata sbagliata. Da Zagabria, dove è andato a pescare il coach, il club biancoblù avrebbe fatto meglio a riprendersi Alexandre Giroux, uno mandato via con un po’ troppa fretta, che magari poteva contribuire a risolvere il problema dei gol che non arrivano.

Quanto al ruolo di coach, probabilmente si sarebbe dovuto optare un’altra volta per una soluzione interna. Ma non quella assurda di cambiare l’assistente. Zanatta a questo punto avrebbe dovuto assumersi in tutto e per tutto la responsabilità. Richiamando magari Scandella al suo fianco e diventando lui il coach a tutti gli effetti, Anche perché in fondo questa squadra l’ha costruita lui.

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