A porte chiuse

Tirato un sospiro di sollievo con la salvezza agguantata in extremis dagli Juniores élite (grazie alle tre vittorie casalinghe nella sfida promozione-relegazione, al meglio di cinque, con il Rapperswil), ad Ambrì ci si prepara alla battaglia per la salvezza contro i campioni di LNB. Che potrebbero essere ancora i Lakers, che hanno pareggiato la serie con il Langenthal. Il nome dell’avversario si saprà domani sera, dopo la decisiva settima partita di finale.

Intanto alla Valascia non è che regni la serenità. Da una parte si rischia di perdere la concentrazione pensando che se vince il Langenthal, magari, rinuncia a giocarsi la promozione; dall’altra sono stati imposti allenamenti a porte chiuse. E chissà quali segreti potrà mai nascondere Dwyer, con quel suo gruppo di giocatori in stato semidepressivo che, da quando è arrivato lui, hanno saputo vincere una sola partita di quelle che contavano? In effetti, salvo che per l’ultimo confronto casalingo dello spareggio salvezza con il Friborgo (peraltro non giocato dalla squadra di Huras), i leventinesi hanno perso tutte le partite che potevano significare un miglioramento effettivo della situazione.

C’è ben poco da nascondere a occhi indiscreti. Stranieri ne potranno essere schierati solamente due e, per quanto visto in quest’annata, due riescono a malapena a rendere per uno. Quanto agli altri, bisognerà che cambi qualcosa soprattutto sul piano dell’attitudine, piuttosto che sul piano tattico. Dato che neanche il portiere dà ormai poche certezze, probabilmente l’Ambrì dovrà affrontare l’eventuale battaglia per salvarsi con l’intento di non perdere, piuttosto che con quello di vincere.

Perché forse il nodo della questione sta proprio nel fatto che, distratti dagli obiettivi societari, i giocatori biancoblù hanno vanamente atteso per mesi che si verificasse l’ipotesi buttata lì senza criterio da dirigenza (e anche buona parte della stampa) che la squadra fosse la più forte dell’ultimo decennio. E quindi via a puntare su un talento che non c’era e ancora non c’è. Nello spareggio conterà prima di tutto l’umiltà di chi sa di essere potenzialmente più debole. Non si scappa.

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