Alta scuola

Benché sia stata eliminata un’altra volta nel primo turno dei playoff, la Svizzera ha dimostrato a Parigi che il secondo posto ottenuto nel 2013 a Stoccolma non era stato frutto del caso. L’ottimo torneo preliminare, senza sconfitte nei 60′, ne è la numerica testimonianza. Ma oltre che nella sostanza, è soprattutto nella forma che la Nazionale ha convinto.

Se in occasione dell’argento in Svezia si era fatta leva in gran parte sulla notevole esperienza di gran parte di quella selezione, oltre che del talento di qualche giovane destinato a una carriera brillante (uno su tutti, naturalmente, Roman Josi), stavolta sono stati soprattutto i giocatori più giovani a impressionare positivamente. E, nei due casi, va assolutamente sottolineato come la Svizzera possa regolarmente disporre di portieri di classe superiore (Gerber e Berra nel 2013, Schlegel e, soprattutto, Genoni quest’anno).

Patrick Fischer si è dimostrato un coach intellingente e attivo, calmo nella misura di non rendere nervosi i giocatori, determinato e sicuro tanto da farsi seguire dagli stessi. Il fatto che abbia rimescolato le linee e inserito giocatori tenuti a riposo all’inizio, senza che il rendimento collettivo ne risentisse, dimostra quanto le sue scelte sin dal momento della selezione siano state oculate e vincenti.

La Svizzera è caduta un’altra volta nei quarti, ma in questa occasione può persino recriminare ed è stata veramente vicina al passaggio in semifinale. E ci è arrivata, come in ogni partita di questo Mondiale, giocando a viso aperto e non chiudendosi a riccio davanti al portiere.

L’unica pecca in tutto il torneo è stata la scarsissima efficacia del gioco in superiorità numerica. Un limite che finisce persino per esaltare le qualità complessive della squadra e gli apre anche ampi margini di miglioramento.

Non va inoltre trascurato il fatto che la Svizzera ha schierato soli tre giocatori provenienti dai campionati nordamericani, dovendo rinunciare a oltre una mezza dozzina di elementi di qualità. Il che non fa altro che sottolineare il valore della scuola svizzera e quanto il livello del nostro campionato sia mediamente alto, allargando di fatto le possibilità di scelta per l’allenatore.

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